Abbiamo già affrontato il tema dell’Immacolata Concezione in questo articolo, sottolineando come la festività non sia legata al concepimento verginale di Gesù, ma a quello di Maria da parte della madre Anna. La festa che ricorda invece la maternità di Maria è quella del 1° gennaio. L’anno cristiano si apre infatti con la festività di Maria SS. Madre di Dio. Ricordiamo “Madre di Dio” e non semplicemente “madre di Gesù”, evidenziando in questo modo il suo ruolo principale: rendere concreta la discesa di Dio in terra.
Il titolo di Madre di Dio riferito a Maria di Nazareth è utilizzato fin dagli albori del Cristianesimo in tutto l’Impero romano. Proprio su questo tema nacque una controversia tra la Chiesa di Alessandria e quella di Antiochia. Nestorio, Patriarca di Costantinopoli, sosteneva infatti che Maria non dovesse avere il titolo di “Madre di Dio”, ma solo quello di “Madre di Gesù”. Fu necessario un concilio ecumenico, che si svolse ad Efeso nel 431. L’esito fu a favore della Chiesa di Alessandria, e venne confermato il titolo di “Madre di Dio”. In base a quanto affermava il concilio di Nicea, Gesù è un’unica persona, pur possedendo la natura umana e la natura divina. Per tale ragione, Maria è ugualmente madre di Gesù e madre di Dio. Per sostenere la tesi di Nestorio, sarebbe stato necessario affermare una separazione tra la natura umana e la natura divina di Cristo.
La solennità liturgica della Theotòkos (letteralmente “genitrice di Dio”) chiude e apre l’anno solare, celebrandosi dall’ora vespertina del 31 dicembre a tutto il 1° gennaio, corrispondente anche all’ottavo giorno dalla nascita di Gesù. La sera del 31 dicembre, la Chiesa celebra il ringraziamento a Dio per i benefici ricevuti nell’anno trascorso attraverso il rito del Te Deum. Il 1° gennaio è ovviamente destinato ad una celebrazione propiziatoria per chiedere il sostegno divino per l’anno appena iniziato, tramite l’inno Veni Creator.