Personaggi e simbologie del presepe napoletano

Personaggi e simbologie del presepe napoletano

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Il presepe popolare napoletano è diffuso in tutta l’Italia meridionale. A seconda del luogo in cui viene realizzato, si arricchisce di elementi legati alla tradizione locale. Il presepe tipico napoletano è  caratterizzato dalla spettacolarità delle scene, dall’affollamento dei luoghi e dalla particolare caratterizzazione dei personaggi.

I protagonisti secondari del presepe (quelli che fanno da contorno alla scena sacra) rievocano gli ambienti urbani della Napoli del Settecento, con le botteghe degli artigiani, i mercati, le osterie. Ciascuno dei personaggi principali del presepe porta con sé una simbologia particolare, che ne contraddistingue la presenza nella scena e nel contesto generale del mondo allegorico che il presepe richiama.

Benino, il pastore dormiente del presepe popolare

Benino

Chiamato talvolta Benito, è il pastore dormiente. Nella tradizione napoletana, è proprio lui, durante il sonno, ad immaginare il presepe e le scene rappresentate. Questo rende la sua presenza necessaria. Se non ci fosse, vorrebbe dire che si è svegliato, e a quel punto il presepe sparirebbe, perché non c’è più nessuno che possa sognarlo.

Il vinaio

Nella commistione di sacro e profano presente nel presepe napoletano, il vinaio rappresenta l’elemento sacro. È infatti simbolo dell’Eucarestia, rievocando il pane che Gesù intinge nel vino a rappresentare il suo corpo e il suo sangue.

Cicci Bacco

Contrapposto alla figura del vinaio, Cicci Bacco è un retaggio dell’antico dio pagano del vino, Bacco. È l’ubriacone che sosta davanti alla cantina con un fiasco in mano, e trova consolazione nel vino piuttosto che nell’adorazione del Bambinello.

Il pescatore, altro classico personaggio del Presepe

Il pescatore

Il pesce è stato il primo simbolo utilizzato dai cristiani durante la persecuzione in età romana. Quando vi era il divieto di raffigurare Dio, i cristiano scelsero il pesce, il cui nome greco, ichthys, era acronimo di Iesùs CHristòs THeù HYiòs Sotèr (Gesù Cristo Figlio di Dio e Salvatore). Il pescatore del presepe è il pescatore di anime, alla stregua di San Pietro che giunge a Roma per convertire i pagani e diffondere la fede in Cristo.

I due compari

I due personaggi che raffigurano i compari si chiamano zi’ Vicienzo e zi’ Pascale e sono la personificazione del Carnevale e della Morte. Al cimitero delle Fontanelle di Napoli, si attribuivano poteri profetici ad un cranio indicato come ‘a capa ‘e zi’ Pascale. Molti fedeli lo interpellavano soprattutto per avere consigli sui numeri da giocare al lotto.

Il monaco

Il monaco nel presepe è una figura che simboleggia l’unione tra sacro e profano. È considerato spesso una figura demoniaca, che fa dispetti o porta la gente alla follia. Nel dialetto napoletano, ‘O munaciello: a chi arricchisce e a chi appezzentisce (Il monaco: arricchisce qualcuno e manda in miseria qualche altro).

La zingara

È una giovane donna trasandata, con abiti appariscenti. È in grado di predire il futuro, e nel contesto presepiale simboleggia la passione di Cristo, portando un cesto che contiene arnesi di ferro usato per forgiare i chiodi della crocifissione.

Stefania

È una giovane vergine che desidera adorare il Signore appena nato, alla quale è legato un aneddoto tramandato dalla tradizione popolare. Incamminatasi verso Betlemme, gli angeli la impediscono di proseguire per il divieto alle donne non sposate di vedere la Madonna. Allora Stefania prende una pietra e l’avvolge in fasce, fingendosi madre. Giunta alla presenza di Maria, la pietra starnutisce, e Stefania si accorge di avere tra le braccia un bambino vero, a cui viene dato il nome di Stefano. Santo Stefano infatti si festeggia il giorno dopo il Natale.

La meretrice

Simbolo erotico del presepe, si colloca solitamente nei dintorni dell’osteria. È posta di spalle alla scena della Natività, in contrapposizione con la purezza e verginità di Maria.

Macelleria, una delle tipiche botteghe presepiali

I venditori

Tra i personaggi del presepe napoletano, ci sono quelli che danno vita al mercato e alle botteghe urbane. In ogni grande presepe che si rispetti, i venditori tipici sono almeno dodici, rappresentando ciascuno un mese dell’anno. A gennaio c’è il macellaio o il salumiere. Febbraio è rappresentato dal venditore di ricotta e formaggio. Per il mese di marzo abbiamo il pollivendolo e il venditore di uccelli. Per aprile c’è il venditore di uova. Il mese di maggio è ricordato da una coppia di sposi con un cesto di ciliegie e altra frutta. A giugno c’è il panettiere o farinaro. Per il mese di luglio abbiamo il venditore di pomodori. Ad agosto vediamo il venditore di cocomeri. Settembre è ricordato dal venditore di fichi o dal seminatore. A rappresentare ottobre c’è il vinaio o il cacciatore. Per novembre c’è il venditore di castagne. Chiude l’anno, col mese di dicembre, il pescivendolo o il pescatore.

Vecchina nel pollaio