Il Presepe, storia di una tradizione

Il Presepe, storia di una tradizione

Il Presepe, storia di una tradizione 900 600 presepepalmieri

Il Presepe è la rievocazione della nascita di Gesù. La tradizione del presepe nasce in Italia nel Medioevo, per poi diffondersi in tutti i paesi cattolici del mondo.

Le rappresentazioni del Presepe si basano sui testi evangelici di Matteo e Luca, ma prendono a prestito molti personaggi dai vangeli apocrifi e da altre tradizioni. I materiali utilizzati sono tra i più svariati, a seconda del gusto e della capacità dell’artigiano.

I principali personaggi sono il bambino Gesù, posto nella mangiatoia all’interno di una grotta o di una capanna, Giuseppe e Maria, i Re Magi, il bue e l’asinello, gli angeli che annunciano la nascita del Salvatore, pecore, agnelli e varie tipologie di “pastori”. Il termine “pastore”, nella tradizione del presepe, sta ad indicare non solo i pastori che allevano il gregge, ma tutti i personaggi che fanno da contorno alla scena della natività.

La tradizione vuole che il “bambinello” sia posto nel presepe solo nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, mentre i Re Magi vengono pian piano avvicinati alla grotta, per poi giungervi solo il 6 gennaio.

Il termine “presepe” deriva dal latino praesaepe (greppia, mangiatoia), composto da prae (davanti) e saepes (recinto): luogo che ha davanti un recinto, dove solitamente si custodiscono gli ovini.

Raffigurazioni della Natività sono presenti fin dai primi secoli del Cristianesimo, ma fu San Francesco d’Assisi a trasformarla in una tradizione natalizia. Egli nel 1223 organizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente del Natale, con una semplice mangiatoia, un bue e un asino.

Secondo il racconto dei primi biografi di Francesco, in quell’occasione avvenne un miracolo: un uomo scorse all’interno della mangiatoia un bambino che sembrò prendere vita quando il Santo lo prese tra le braccia.

Giotto, il presepe di Greccio

Giotto, il presepe di Greccio (Assisi, Basilica superiore di San Francesco)

La tradizione di rievocare la nascita di Gesù divenne ben presto popolare, soprattutto nell’Italia centrale. All’interno delle chiese si iniziarono a creare apposite statuine e a comporle insieme ad elementi tratti dall’ambiente naturale.

Nel XVI secolo, la tradizione arrivò anche a Napoli ed iniziò a diffondersi nelle case dei nobili, dove la scena della natività era un soprammobile oppure una struttura complessa realizzata all’interno di una stanza appositamente adibita. Si diffuse inoltre l’usanza, mutuata dall’arte pittorica, di “personalizzare” il Presepe, adattando costumi e scene al proprio tempo e non ricreando l’ambientazione palestinese del primo secolo.

Le prime grandi tradizioni presepistiche si formarono a Napoli, Genova e Bologna. A Napoli il presepe divenne una vera e propria competizione tra le famiglie nobili per chi possedeva il prodotto più sfarzoso, ricorrendo a tessuti pregiati per la vestizione dei personaggi. A Bologna nacque invece la Fiera di Santa Lucia, ancora oggi esistente: un mercato delle statuine realizzate dagli artigiani locali. Anche a Genova le botteghe artigianali si animavano per creare statue particolarmente apprezzate per la finitura e la verosimiglianza con persone reali.

Tra il XIX e il XX secolo, il presepe entra anche nelle case delle famiglie borghesi e popolari, diventando il simbolo delle feste natalizie. In forme, materiali, colori, stili tra i più diversi, le due principali tradizioni napoletane giunte fino a noi sono quella artistica e quella popolare. La prima deriva direttamente dai presepi allestiti nelle case delle famiglie nobili, riccamente rifiniti ed ornati di elementi preziosi. Il presepe popolare è invece il presepe borghese, che negli ambienti e nei personaggi ripropone uno spaccato della vita napoletana di qualche secolo fa.