In ogni presepe che si rispetti, il 6 gennaio vengono posti davanti al Bambinello i tre Re Magi. A partire dal 25 dicembre, chi possiede le statuine dei Re a dorso di cammello inizia a posizionarle lontano dalla grotta, in cammino verso Betlemme, avvicinandoli pian piano alla meta. Ma chi sono realmente i Re Magi?
Il Vangelo di Matteo
L’unica fonte cristiana che ne parla è il Vangelo di Matteo. Qui si narra di alcuni Sapienti che, giunti a Gerusalemme, fecero visita ad Erode. Cercavano informazioni sul Re che era nato e di cui avevano visto sorgere la stella. Erode ne rimase turbato ed invitò i Magi a ritornare al castello una volta trovato il neonato, perché potesse anche lui sapere dove fosse e adorarlo. In realtà era sua intenzione sbarazzarsene e, non vedendo tornare i tre Re, fece uccidere tutti i bambini di Betlemme di età inferiore ai due anni. Giuseppe, intanto, avvertito in sogno, era fuggito verso l’Egitto con Maria e il Bambino, salvandolo così dalla “strage degli innocenti”.
Matteo non riferisce il numero dei Re Magi, né cita i loro nomi. La tradizione parla di tre uomini in quanto vengono menzionati tre doni che essi portano per il Bambino. Molte altre informazioni sui misteriosi saggi giunti dall’Oriente derivano da altre tradizioni, in particolare dai vangeli apocrifi.
Il Vangelo armeno dell’infanzia
Il termine “magi” non è correlato ad ipotetiche arti magiche, ma indica una competenza nel campo dell’astrologia. Il riferimento simbolico è all’adorazione del “nuovo sole”, il nuovo astro nascente. Come abbiamo già detto, nel calendario romano la festa del Natale andrà a sostituire proprio la festa della nascita del sole tipica del paganesimo. I Re Magi, nel loro cammino verso Betlemme, partono infatti da Oriente, punto di nascita del sole.
Nel Vangelo armeno dell’infanzia (uno dei vangeli “apocrifi” non riconosciuti dalla tradizione cattolica) c’è la descrizione più accurata riguardante i tre Re. Qui si narra dell’Annunciazione di Maria avvenuta il 6 aprile, di mercoledì. In quella data, un angelo del Signore disse ai Magi di partire per andare ad adorare il neonato Signore. Il viaggio durò nove mesi, e fu guidato da una stella.
I Magi erano tre fratelli, e il testo ne cita i nomi: Melkon, re dei persiani, Balthasar, re degli indiani, e Gaspar, re degli arabi. I tre avevano un seguito numerosissimo e parlavano lingue differenti. Tre fratelli di lingua e provenienza differenti simboleggiano evidentemente le varie etnie del mondo allora conosciute, che si uniscono nella fratellanza sotto l’adorazione dell’unico Salvatore.
Il Vangelo armeno descrive inoltre molto dettagliatamente i doni che i Magi portano a Gesù. Melkon dona mirra, aloe, mussolina, porpora, pezze di lino e libri scritti e sigillati dalle mani di Dio. Balthasar porta nardo prezioso, mirra, cannella, cinnamomo, incenso e altri profumi. Gaspar consegna oro, argento, pietre preziose, zaffiri e perle.
Ecco quindi la derivazione dei nomi dei tre personaggi presenti nel Presepe, tradotti in italiano con Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. La tradizione popolare ha inoltre racchiuso tutti i doni descritti in tre elementi principali che sono mirra, incenso e oro (citati anche nel Vangelo di Matteo).
I Re Magi e le tre etnie del mondo
I Re Magi che vediamo oggi nel presepe popolare hanno uno stile ben definito. Il re bianco è in piedi e tiene in mano un piccolo scrigno (presumibilmente contenente oro e preziosi). Il re moro è anch’egli in piedi e porta un incensiere. L’ultimo re, dalla carnagione olivastra, è solitamente rappresentato in ginocchio con il contenitore della mirra. Tra le tre etnie citate nel Vangelo armeno, il re bianco dovrebbe essere quello persiano, il re moro dovrebbe avere origini arabe, il re dalla carnagione olivastra sarebbe infine quello indiano. In questo caso, però, sarebbero confusi i doni che i tre Magi portano. Nel racconto apocrifo, Melchiorre porta la mirra ma è solitamente rappresentato con lo scrigno d’oro; Baldassarre dona l’incenso mentre lo vediamo con la mirra; Gaspare regala oro e preziosi ma è raffigurato con l’incensiere.
Questo errore deriva probabilmente da quanto detto sopra, ossia che i Re Magi che vanno ad adorare il “Re dei Re” appena nato rappresentano in realtà tutte le etnie presenti sulla Terra, così come il bue e l’asino secondo un’antica tradizione simboleggerebbero gli ebrei e i pagani. Essi sarebbero quindi una personificazione dei tre continenti Europa, Africa e Asia (non essendo ancora conosciuti America e Oceania nella tradizione antica). Pare inoltre che in principio i tre continenti fossero comunque rappresentati dagli animali a dorso dei quali i Magi viaggiavano: un cavallo per l’Europa, un dromedario per l’Africa e un elefante per l’Asia. Animali poi sostituiti nel tempo da tre cammelli.
In conclusione, i Re Magi (e con loro molti altri personaggi del Presepe popolare) sono la raffigurazione del mondo intero che si prostra ai piedi di Gesù, unico vero Signore in quanto Re del Cielo.