Nella prima, storica rappresentazione della natività che San Francesco organizzò a Greccio, egli non era presente. Si tratta però di uno dei “pastori” principali, capo della Sacra Famiglia, sposo di Maria e padre putativo del Messia. San Giuseppe, uno dei santi più amati del Cattolicesimo, ha tra i suoi tanti appellativi quello di uomo “giusto”. Egli accetta di sposare Maria nonostante ella sia già incinta, convinto, secondo la narrazione evangelica, da un angelo di Dio apparsogli in sonno sulla natura divina del concepimento.
San Giuseppe è tradizionalmente noto come falegname. In realtà la traduzione greca dei vangeli lo ricorda come téktón, ossia genericamente un operatore dell’edilizia. In questo senso, il lavoro di Giuseppe sarebbe più vicino a quello degli attuali carpentieri, piuttosto che al titolare di una bottega artigiana di falegnameria con cui viene sempre ricordato. Ma il termine greco potrebbe indicare anche in Giuseppe non l’operaio, ma il titolare di una ditta edile. Questa ipotesi sarebbe ancora più plausibile, se pensiamo alla condizione economica della sua promessa sposa: Anna e Gioacchino erano infatti noti come famiglia benestante e non di modeste origini.
I Vangeli canonici non forniscono molte informazioni sulla persona di Giuseppe. Come spesso succede, dobbiamo risalire alla tradizione apocrifa per trovare ulteriori notizie. Il Protovangelo di Giacomo descrive Giuseppe come vedovo, dal cui primo matrimonio aveva avuto quattro maschi e due femmine. La presenza dei fratelli di Gesù, accettata dalla Chiesa ortodossa, non è però riconosciuta dal Cattolicesimo.
Sempre la tradizione apocrifa descrive l’unione di Giuseppe e Maria come una scelta divina. Il vedovo aveva infatti partecipato ad un’adunata di uomini di stirpe reale chiamati ad accogliere come sposa la sedicenne Maria, cresciuta nel tempio di Gerusalemme. Consegnati tutti i bastoni all’altare, gli uomini attesero il segnale, che si manifestò in un giglio fiorito sul bastone di Giuseppe.
Nella scena della Natività, Giuseppe partecipa quasi con mestizia al volere di Dio, contornato da una moltitudine di gente che si reca a far visita al Salvatore. Innanzitutto colpisce la differenza tra la tradizione artistica del ’700 e la tradizione popolare. Nella prima, Giuseppe è quasi sempre rappresentato come un uomo anziano, in piedi accanto alla culla del Bambino, mentre nel presepe popolare napoletano c’è più fedeltà alla tradizione cattolica che lo vuole più grande di Maria ma di certo non vecchio, inginocchiato accanto alla moglie con la culla nel mezzo. In entrambi i casi è comune la rappresentazione in abiti violacei coperti da un mantello ocra o marrone, barba lunga, sandali ai piedi e il tradizionale bastone in mano, come in gran parte delle opere d’arte che lo rappresentano.