Tra le molte varianti di arte presepiale presenti in Italia e nel mondo, è senza dubbio originale e degna di citazione quella siciliana. Come nella scuola presepiale napoletana, da cui trae origine, è molto diffusa la pratica di rappresentare scene di vita popolare quotidiana.
Vi sono scuole d’arte presepiale nelle città di Palermo e Siracusa, dove è diffuso l’uso della ceroplastica per la realizzazione delle figure, oltre alle decorazioni in oro e argento per il Bambinello. In altre città come Trapani si utilizzano anche materiali nobili come corallo, avorio, osso, madreperla, alabastro. In altre ancora, come Caltagirone, la lavorazione locale della ceramica condiziona anche la lavorazione di un prodotto artistico/artigianale come quello del presepe.
Come per le altre tradizioni locali, anche il presepe siciliano ha i suoi personaggi tipici. Collega del napoletano Benino, in Sicilia troviamo il dormiente Susi Pasturi disteso su un’amaca. Altro personaggio siciliano è lo scantatu ra stidda, il primo pastore che avvista la stella cometa. Il vecchio Armenzio che simboleggia l’anno vecchio che se ne va è qui Zu Innaru (zio Gennaio), che si riscalda davanti al fuoco acceso.
Tra gli artisti siciliani che hanno lavorato alla creazione di presepi, ricordiamo l’abate siracusano Gaetano Zumbo (1656-1701), noto per le sue opere in ceroplastica, e lo scultore trapanese Giovanni Antonio Matera (1653-1718).