Il presepe popolare napoletano, nato dalla devozione dei ceti sociali più umili, si è trasformato nel tempo in una ricca raccolta di simbologie. Ogni personaggio si porta dietro storie e tradizioni che finiscono a volte per andare ben oltre l’ambito presepiale. In passato abbiamo parlato di Benino, il “pastore dormiente”, un vero e proprio “regista” del presepe, in quanto è lui che, dormendo, sogna il presepe: quella che vediamo è la sua visione.
Oggi presentiamo un altro noto personaggio del presepe popolare: la vecchia col fuso. Si tratta di uno di quei “pastori” che vede la sua origine al di fuori del contesto presepiale. L’immagine della vecchina col fuso potrebbe infatti sembrare atipica in un contesto come quello del presepe, pieno di pastori che viaggiano verso la grotta di Betlemme per visitare il neonato Salvatore.
Le vecchie che filano sono una rappresentazione dell’antico mito delle Parche e delle Moire. Nella mitologia romana, erano divinità poste a tutela della nascita. Erano loro le responsabili del destino di tutti gli uomini, in quanto “tessevano” una ad una le loro vite.
In numero di tre, avevano ciascuna dei compiti precisi: una filava il filo della vita; un’altra assegnava a ciascun individuo il proprio destino; un’altra ancora tagliava il filo della vita nell’istante in cui doveva interrompersi. Le decisioni delle Parche erano immutabili.
Oggi la vecchia con il fuso tra i personaggi del presepe ci ricorda che il tempo scorre inesorabilmente e che non è possibile fermarlo. La sua presenza nella scena della natività ha proprio questo valore: qualunque sia il nostro operato, il destino è segnato, nascerà il Salvatore e sarà di nuovo Natale!